La Pulsazione Cranio Sacrale – la Pulsazione della Vita

Pubblicato da Stefano il 10 Mag 2015 - Letto
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Siamo tutti consapevoli del ritmo generato dal pulsare del nostro cuore, come del ritmo del nostro respiro. Tali ritmi ci accompagnano ‘in sordina’ facendo da costante sfondo alle nostre attività, variando a seconda degli stati in cui ci troviamo.

Pochi di noi hanno invece avuto l’occasione di percepire un ritmo tanto sottile e così ben celato da dover essere cercato attentamente per poter essere sentito, che neanche io sapevo della sua esistenza fino a pochi giorni fa.

Qualche giorno fa una mia amica Osteopata e Fisioterapista ha condiviso con me una cosa incredibile di cui non ero affatto a conoscenza. Mi ha parlato della “Pulsazione Cranio Sacrale” ovvero la pulsazione che ha il liquido cefalorachidiano (è il fluido corporeo che si trova nel sistema nervoso centrale (SNC)) . Però questa pulsazione oltre ad essere rivelata nella zona del cranio, della colonna vertebrale e dell’osso sacro è rilevabile in tutto il corpo, fino ai piedi.

Inoltre la pulsazione del cefalorachidiano è la prima a svilupparsi nel feto, ancor prima di quella cardiaca e di quella respiratoria, ed è l’ultima a cessare dopo la morte fisica. Per questo alcuni ricercatori lo hanno definito “ il respiro primario”.

Ma la cosa ancora più bella e stupefacente che mi ha rivelato la mia amica fu che questa pulsazione con un po’ di pazienza e buona sensibilità si può riuscire a sentire semplicemente appoggiando le mani ad esempio sul femore di una gamba (ovviamente di un paziente o altra persona diversa da te, anche se non escludo che si può sentire anche su di se).

Una volta che ti sarai concentrato per qualche secondo o minuto (dipende dalla tua sensibilità) potrai percepire sotto le tue mani (solamente appoggiate sulla gamba della persona che ti fa da modello) una pulsione simile ad un onda, che va e che viene. Potresti anche sentire che l’onda ha un ritmo incostante e non armonioso che indica una pulsazione irregolare. A questo punto l’operatore osteopata con la sola forza “dell’intenzione” concentrandosi su quella pulsazione può riuscire ad armonizzarla portandola ad avere un ritmo uniforme sia quando va che quando viene. Riuscirà ad imprimere alla pulsazione un andamento costante come un infinito, come un onda omogenea. Così la pulsazione e l’energia sarà ri-armonizzata.

Non è facile spiegare cose di cui non sono assolutamente esperto e che mi sono state spiegate in poche parole. Ma il concetto è questo e spero di avertelo trasmesso dato che è una cosa veramente incredibile e che poi provare a fare tu stesso. Se invece ne sai di più ti invito a commentare questo articolo sotto.

Per quanto riguarda la pulsazione cranio sacrale che mi ha veramente affascinato (spero che abbia e affascini anche te) voglio condividere qualche altra cosa sull’argomento facendo un riassunto di quello che ho potuto scoprire facendo qualche ricerca su internet.

Come è stata scoperta la pulsazione cranio sacrale

I primi studi sul sistema cranio-sacrale (cranio, colonna vertebrale, osso sacro) risalgono a circa 70 anni fa, ad opera del medico osteopatia William.G.Sutherland. Questa sorta di ‘ritmo’ del cranio, pulsazione primaria in quanto rilevata prima della nascita e persistente alcune ore dopo la morte, fu prima ipotizzato e poi rilevato all’inizio del XX secolo sempre dallo stesso G. Sutherland, pioniere dell’osteopatia cranio-sacrale.

Shuterland era convinto che le ossa del cranio non fossero saldate tra loro rigidamente, bensì si muovessero impercettibilmente in qualche modo.

Egli fece dunque esperimenti costruendo uno speciale casco dove, con delle viti, poteva bloccare di volta in volta il presunto movimento di alcune ossa rispetto ad altre, per osservare quello che accadeva.

Dopo appena pochi minuti o al massimo dopo qualche ora, il medico si ritrovava svenuto, o in preda a dolori lancinanti, o addirittura a deliri e disturbi della personalità. Sembrava che al blocco delle ossa craniche facesse inevitabilmente seguito la comparsa di un qualche sintomo più o meno preoccupante che investiva la sfera fisica e quella psichica, e che fortunatamente svaniva non appena il cranio veniva lasciato libero dalla costrizione del casco, che lo obbligava con opportune compressioni ossee all’immobilità forzata delle ossa medesime.

L’ipotesi di Shutherland era che nel cranio vi fosse una sorta di pulsazione dipendente da ciò che vi accadeva dentro. All’inizio non sapeva se era il cervello di per sè a pulsare o qualcos’altro a determinare tale pulsazione in seguito si osservò che le ossa del cranio avevano e hanno un loro movimento ritmico, con una pulsazione che va dai 7 ai 14 battiti al minuto, data dal processo di formazione e riassorbimento del liquido cefalorachidiano, detto liquor, in cui sono immersi cervello e midollo spinale.

Studi tuttora in corso sembrano confermare l’ipotesi che la produzione e il riassorbimento del liquido cefalorachidiano o cerebrospinale (il liquor, ‘distillato’ del sangue arterioso che torna al circolo venoso) siano un evento ritmico capace di modificare appena percettibilmente la pressione interna alle meningi, membrane di contenimento e protezione di cervello e midollo spinale, costituite anch’esse da tessuto connettivo, molto fibroso.

Tale variazione di pressione intracranica provocherebbe una sorta di leggerissima e continua espansione/contrazione del cranio che si propaga mediante il canale durale fino al sacro, una vera e propria pulsazione che si propagherebbe a tutto il corpo proprio attraverso la catena del connettivo: dalle meningi, ‘cuore’ del sistema, all’estrema periferia del corpo che da mani esperte è palpabile.

Pertanto una qualsiasi lesione o restrizione periferica del tessuto fasciale (come avviene anche per i canali energetici presi in considerazione dalla medicina tradizionale cinese), come abbiamo visto, sarebbe pertanto in grado di determinare disfunzioni anche tanto ‘lontane’ dalla lesione stessa, fino addirittura a compromettere il ritmico pulsare del cranio. Considerando la delicatezza dei centri nervosi profondi coinvolti non solo nelle funzioni fisiche ma anche in quelle psichiche dell’intero nostro essere, comprendiamo come una lesione articolare possa ripercuotersi non soltanto sull’apparato ‘meccanico’ di locomozione, bensì addirittura sulla sensazione e percezione che abbiamo di noi stessi, sulla qualità del sonno o sul nostro umore!

Semplificando, dato che questa pulsazione ritmica è rilevabile di natura in tutto il corpo, fino ai piedi, significa che qualunque impedimento di questa, che sia di origine traumatica, chirurgica, posturale o emotiva, può portare a una vasta gamma di disturbi o problemi, sia fisici che psicologici.

Inoltre nel corso del tempo si è visto che il cefalorachidiano viene diffuso in ogni parte del corpo e si sta intuendo che ha ben altre funzioni oltre a quella di protezione del sistema nervoso centrale.

Un caso di guarigione molto importante del 1998

Una giovane paziente psichiatrica, R., 17 anni, sofferente da circa un anno e mezzo di disturbi tra i quali una sindrome depressiva, DAP, bulimia (che aveva causato un considerevole aumento di peso) e fobie varie, dall’autrice esaminata per ricevere un trattamento in gruppo mirato al ripristino della funzionalità respiratoria e del corretto allineamento corporeo.

Dal primo incontro mi risultò evidente che la paziente era sbilanciata posturalmente in modo da supporre una importante disfunzione del sacro. Ipotizzai una frattura del coccige, e interrogata a tale proposito R. confermò una caduta da una scala a pioli (una "sederata/culata" da circa 1 metro di altezza) avvenuta circa sei mesi prima della comparsa dei sintomi. Inviai pertanto R. da un osteopata di mia fiducia che utilizzava le tecniche cranio-sacrali (all’epoca non avevo ancora completato la formazione in Terapia cranio-sacrale). Egli confermò, dopo aver esaminato e trattato R., che il suo coccige fratturato e rinsaldato fuori asse aveva determinato una anomala compressione del cervello, causata dalla forte tensione del tubo durale e della dura madre che rivestiva il cranio internamente.

Tale compressione bloccava il ritmo cranio-sacrale impedendo la naturale espansione del cranio, quindi comprometteva gravemente il ricambio del liquor, ovvero il drenaggio, il nutrimento, l’irrorazione corretta delle strutture cerebrali. Un intervento osteopatico mirato alla correzione di tale anomalia a livello coccigeo e, di conseguenza, a livello cranico determinò un rapido e completo recupero della salute della paziente, in cura farmacologica e sottoposta a psicoterapia da oltre un anno senza risultati apprezzabili.

Non stiamo certamente affermando che l’osteopatia o i suoi derivati siano la panacea universale, il rimedio ad ogni tipo di male, e nemmeno che basti un intervento apparentemente "meccanico" quale, in questo caso, il riallineamento del coccige per ripristinare l’ordine nelle funzioni psicofisiche. Tuttavia, se solo fossimo maggiormente consapevoli di tale ordine, potremmo intervenire a 360’ agendo sullo ‘psicosoma’ anzichè continuare a dividere quest’unità inscindibile, visto come l’aspetto più ‘fisico’ e quello più sottilmente "psichico" siano inseparabili come due facce di una stessa medaglia, entrambi tangibili, l’una nella forma e l’altra nell’espressione.

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Approfondimenti:

https://www.google.it/?gws_rd=ssl#q=pulsazione+del+liquido+cefalorachidiano+feto

https://www.google.it/?gws_rd=ssl#q=pulsazione+osteopatia

http://www.roptrotherapy.info/nl/cranioit.html

http://space.comune.re.it/centrodellaterra/bilanciamento_craniosacrale.htm

http://www.kinesiopatia.it/armonia%20e%20bellezza.htm

http://www.anatomytrains.it/?p=34

http://it.wikipedia.org/wiki/Terapia_craniosacrale

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